Tutto è iniziato con la pubblicazione su internet delle dichiarazioni che Massimo D'Alema ha rilasciato in occasione della Festa dell'Unità di Ostia lo scorso 9 settembre; due le principali frasi incriminate che tutto ieri sono circolate tramite Facebook e Twitter facendo infuriare pubblico e associazioni omosessuali:
"... come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l'unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione. Tra l'uomo e la donna, questo dice la Costituzione."
"I diritti gay adesso possono aspettare, prima c'è la crisi del Paese da risolvere".
Frasi scandalose, paragonabili per ignoranza e sensatezza alle ultime dichiarazioni anti Ikea e Madonna di Giovanardi: palese è la confusione che sembra avere D'Alema sul matrimonio e sulla Costituzione, cosa abbastanza grave per un politico. Non so bene quale edizione abbia letto lui, ma in nessuna, che io sappia, si parla di matrimonio come unione tra uomo e donna fine alla procreazione - sì, c'è sempre quel testo che dice "L'uomo si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne" eccetera eccetera... però quella è la genesi della Bibbia! -.
Questo infatti il primo commento da parte di Paolo Patané, presidente Arcigay: "Affermazioni talmente rozze da risultare incredibili. Intanto finge di dimenticare che non esiste nessuna relazione tra matrimonio e procreazione. Poi, confonde tra matrimonio civile e matrimonio religioso. E infine riesce persino a dimenticare la sentenza della Corte costituzionale 138 del 2010, che parifica i diritti delle coppie conviventi dello stesso sesso a quelli delle coppie coniugate eterosessuali. In qualunque Paese dell'Unione queste sarebbero le tipiche dichiarazioni di un esponente di estrema destra con smanie religiose, ma in Italia sono le dichiarazioni di un leader del Pd, ovvero di un partito che si dice progressista e di sinistra".