
Alle 22 e 30 di venerdì sera (per noi italiani qualche oretta fa) il Senato dello stato di New York ha approvato la legge presentata dal neo governatore democratico Andrew Cuomo a favore dei matrimoni fra coppie omosessuali. Approvata con 33 voti a favore (di cui quattro repubblicani) e 29 contrari (un solo democratico), la legge era stata approvata già quattro volte dalla Assembly (la Camera dello stato), senza però riuscire poi a passare anche al Senato.

Il merito di tutto ciò va al governatore Cuomo, che aveva fatto del matrimonio omosessuale una delle sue priorità di quest'anno: solo la campagna televisiva e radiofonica gli era costata 3 milioni di dollari. Il suo impegno è stato però ripagato dai 4 senatori repubblicani che per giorni si erano dimostrati indecisi sul voto e che ieri sera si sono schierati a favore della legge proposta.

New York sarà il sesto stato americano a permettere i matrimoni gay, dopo Connecticut, Iowa, Massachusetts, New Hampshire e Vermont. Su 19,3 milioni di persone, a New York, il 4.2 per cento della popolazione è omosessuale; tra trenta giorni queste 600 mila persone potranno esercitare il diritto di unirsi in matrimonio con la persona amata.
Esattamente il giorno prima Obama aveva appoggiato le unioni civili tra persone dello stesso sesso ad una raccolta fondi fra membri della comunità gay: se ancora per il presidente non era il caso di sbilanciarsi sulla questione matrimonio, di certo la sua presenza e gli eventi di ieri sera hanno portato una ventata di aria fresca e hanno gettato una luce nuova su New York.
Che questa ulteriore svolta americana stimoli i paesi europei? Intanto qua continuiamo a firmare per la petizione da presentare alla Commissione Europea.