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mercoledì 14 settembre 2011

Dalla saga 'Le posizioni incerte del PD': D'Alema e i matrimoni gay, contestato alla Festa dell'Unità a Bologna


Tutto è iniziato con la pubblicazione su internet delle dichiarazioni che Massimo D'Alema ha rilasciato in occasione della Festa dell'Unità di Ostia lo scorso 9 settembre; due le principali frasi incriminate che tutto ieri sono circolate tramite Facebook e Twitter facendo infuriare pubblico e associazioni omosessuali:

"... come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l'unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione. Tra l'uomo e la donna, questo dice la Costituzione."

"I diritti gay adesso possono aspettare, prima c'è la crisi del Paese da risolvere".


Frasi scandalose, paragonabili per ignoranza e sensatezza alle ultime dichiarazioni anti Ikea e Madonna di Giovanardi: palese è la confusione che sembra avere D'Alema sul matrimonio e sulla Costituzione, cosa abbastanza grave per un politico. Non so bene quale edizione abbia letto lui, ma in nessuna, che io sappia, si parla di matrimonio come unione tra uomo e donna fine alla procreazione - sì, c'è sempre quel testo che dice "L'uomo si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne" eccetera eccetera... però quella è la genesi della Bibbia! -.

Questo infatti il primo commento da parte di Paolo Patané, presidente Arcigay: "Affermazioni talmente rozze da risultare incredibili. Intanto finge di dimenticare che non esiste nessuna relazione tra matrimonio e procreazione. Poi, confonde tra matrimonio civile e matrimonio religioso. E infine riesce persino a dimenticare la sentenza della Corte costituzionale 138 del 2010, che parifica i diritti delle coppie conviventi dello stesso sesso a quelli delle coppie coniugate eterosessuali. In qualunque Paese dell'Unione queste sarebbero le tipiche dichiarazioni di un esponente di estrema destra con smanie religiose, ma in Italia sono le dichiarazioni di un leader del Pd, ovvero di un partito che si dice progressista e di sinistra".


Sfortunatamente per D'Alema, due giorni dopo le clamorose affermazioni, capita proprio della capitale gay d'Italia, Bologna, sede di Arcigay nazionale; l'associazione omosessuale, qualche ora prima dell'arrivo di D'Alema in città, minaccia contestazioni "per manifestare il proprio dissenso rispetto alle parole sui diritti delle persone lgbt (...) non è vero che in tempi di crisi i diritti civili sono secondari"; in poche ore i rappresentanti arrivano alla Festa per protestare; il tutto sembra poi risolversi in un incontro improvvisato in una saletta del Parco Nord poco prima del suo ingresso sul palco, sul quale lo attenderanno per una buona mezzora.
"In questo momento" ha detto il politico durante l'incontro con Elisa Manci, presidente Arcilesbica, e Paolo Patané "c'è un gruppo di lavoro del partito che sta elaborando una proposta per allargare i diritti per le persone omosessuali. E con quella andremo alle elezioni. Non è corretto che io dall'esterno li bombardi mentre loro discutono. Noi siamo l'unico partito italiano che lo fa".
In commento alle precedenti dichiarazioni, poi, si scusa goffamente: "Chiedo scusa per l'equivoco. Può darsi che i miei riferimenti al testo costituzionale siano stati rozzi, che non mi sia espresso con chiarezza (...) non ho mai detto che la costituzione impedisce il matrimonio omosessuale. Ho detto che siamo in un Paese con una storia e una tradizione" - ah no? Strano... sembrava proprio così... -.
Non poteva, infine, non concludere con il ribadire la presenza di un "mondo cattolico" la cui sensibilità bisogna stare attenti a non urtare - già, pensate a tutti quei mafiosi urtati dalle leggi sul fisco... la loro povera sensibilità! -.
Tutto questo ovviamente non basta ad Arcigay e Arcilesbica, che come conseguenza delle risposte fumose e confuse ricevute corre subito a chiudere in segno di protesta il banchetto del Cassero 'Bologna Pride 2012'.

Ecco un altro episodio de 'Le posizioni incerte del PD'. Un partito confuso, senza una linea comune, che vorrebbe ottenere così voti da tutti, ma che per ovvie ragioni, non li ottiene da nessuno...