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lunedì 9 maggio 2011

La Curia di Palermo rifiuta la veglia per le vittime dell'omofobia... ma va'?!?



Salve gente,

Leggendo un po' di notizie sul web (quando avrò uno stipendio fisso e decente mi permetterò il sacro santo giornale mattutino, per ora però, tocca usare le risorse che internet offre...) arrivo quasi subito a questa, da un articolo di Repubblica.
L'inizio dell'articolo così recita: "La Curia di Palermo vieta una veglia di preghiera per le vittime dell'omofobia, in programma il 12 maggio nella parrocchia di Santa Lucia. Un appuntamento organizzato da "Ali D'Aquila", un gruppo di cristiani gay e lesbiche, nell'ambito delle celebrazioni
per il Palermo Pride 1, e che aveva potuto contare sull'appoggio del parroco, don Luigi Consonni.
Al religioso, un missionario comboniano, è arrivato però lo stop dall'alto: l'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, e il vescovo ausiliare, Carmelo Cuttitta, gli hanno imposto di ritirare l'autorizzazione per l'utilizzo dei locali della parrocchia. Un divieto che è stato ispirato ai principi contenuti nella Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali dell'1 ottobre 1986, firmata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, e
che prevede "la cura pastorale" degli omosessuali, con l'assistenza di medici e psicologi".
Mi informo meglio e trovo subito due collegamenti molto interessanti: uno, sempre dal sito di Repubblica, alla mitica Amaca di Michele Serra e
un altro al sito Queerblog, nel quale, neanche a farlo apposta, trovo una sorta di risposta all'articolo del giornalista di cui avevo appena letto l'opinione.
Ora, il mio primo istinto, da fan di Repubblica e soprattutto di Michele Serra, era stato quello di difenderlo in toto dalla critica mossagli; sfortunatamente, alcuni punti sollevati dal blog GLBT non erano del tutto erronei.
Come potete leggere dal titolo, infatti, sono anche io, come Serra, del parere che
non ci si possa aspettare granché da un'istituzione, quale è la Chiesa Apostolica Romana, che da sempre ha istigato l'odio e il disprezzo per gli omosessuali; insomma, leggendo la notizia la mia prima esclamazione è stata: "Embeh? Che vi aspettavate?".
Il Queerblog a questo punto porta a suo favore un argomento che è andato un po' a smontare quella che era stata la mia prima impressione, ovvero:
nella Lettera del 1986 suddetta, oltre ai principi sulla cura pastorale delle persone omosessuali
, al punto numero 10 si legge: "Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni".
Effettivamente a questo punto le proteste inutili e incomprensibili a cui fa riferimento Serra, diventano certamente più chiare e logiche: una Chiesa che, per quanto li definisca "malati", decide però che le violenze contro di loro sono da 'deplorare con fermezza' non so quanto più può permettersi di negare una veglia ai suoi fedeli.
Continuo a rifletterci sentendo che però questa conclusione non mi soddisfa, e che una gran parte di me è rimasta con l'articolo dell'Amaca...
Il punto credo sia questo: i gay cattolici possono continuare a sperare che la loro Chiesa la smetta di disconoscerli, di criticarli e di volerli curare, e certamente si può appellare alla facciata non violenta e di carità che ogni tanto questa cerca di rinfrescare; non credo però possano pretendere un cambiamento o anche solo una semplice azione come quella di una veglia per dei morti, fino a che continuano a far parte di un'istituzione vecchia e bigotta, conservatrice e retrograda, che comunque fa riferimento ad un pensiero religioso e quindi dogmatico.
E qui forse arriva Serra, non compreso dal Queerblog, consigliando ai gay cristiani di ascoltare le molte chiese valdesi e protestanti che invece al cambiamento e all'apertura mentale sono esercitate: per la Chiesa Cattolica il vostro Dio non vi vuole così, è inutile. Inventatevi pure tutto quello che volete, continuate a sperare che così non sia: le regole comunque le fanno loro; loro decidono di punire una cosa e non un'altra; loro decidono che un certo peccato è più grave di un altro; loro decidono cosa vedere e cosa non vedere.
Insomma, fatevene una ragione. Non siete voi a reinventare la religione cattolica. Il principio del 'sacerdozio universale' appartiene ai protestanti, non a voi.

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