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venerdì 26 agosto 2011

Hanna: film accattivante e deludente?


Quando uscendo dalla sala di un cinema provi solamente un gran dispiacere è sintomo di una sola cosa: il film, se non fosse per un piccolo particolare, sarebbe stato molto più bello...
Questo accade con 'Hanna': colonna sonora fantastica, idee registiche buone, attori formidabili, spunti interessanti... cosa manca?
Ah già, la SCENEGGIATURA.
Superficiale e tirata verso un finale banale e scarno: ti lancia i personaggi sullo schermo facendoti sperare in chissà che cosa senza però mantere la promessa.

La storia già appare accattivante:
Hanna è un'adolescente cresciuta in un luogo freddo e disabitato dal padre, ex agente della CIA, con la forza e le capacità di un soldato. Quasi educata unicamente per questo momento, viene mandata in missione per l'Europa alla ricerca della cattivissima Cate Blanchett, con lo scopo di ucciderla. Una volta creduta erroneamente compiuta la missione, sarà a sua volta lei stessa ad essere braccata lungo la strada che la porterà a ricongiungersi al padre, ma allo stesso tempo a scoprire il suo passato misterioso e a conoscere il mondo che le era sempre stato nascosto.
Il regista Joe Wirght riesce a trattare la trama con grande sensibilità, creando un mix tra favola e film d'azione che sicuramente funzione, riportando con grande maestria l'estetica della favola con i suoi personaggi archetipici; sfortunamente, pur riuscendo a evitare l'ostacolo della banalità nella scoperta del mondo esterno da parte di Hanna, non riesce comunque a portare il tutto a compimento.
Il film, infatti, ti accoglie con un'introduzione alla storia poetica e incalzante, ti descrive la protagonista attraverso gli occhi azzurri e la bravura di Saoirse Ronan, ti regala un cattivo agghiacciante e sexy tratteggiato con maestria da Cate Blanchett e allo stesso tempo non riesce a rendere interessante un seppur capace e affascinante Eric Bana e a lasciare spazio al violento ed effeminato Tom Hollander, classico personaggio che tanto promette e nulla dà. Mentre i tuoi occhi vengono deliziati da scene mozzafiato, da una fotografia pulita che riesce a trasmettere pathos ma allo stesso tempo ti lascia percepire l'atmosfera gelida e rigida, mentre le tue orecchie godono e si lasciano condurre e conquistare dalle tastiere e l'elettronica dei Chemical Brothers, la tua mente viene riempita da aspettative, viene esaltata nelle scene d'azione e avvolta nel personaggio della protagonista, per poi rimanere nell'ultima mezzora con il nulla più assoluto. A questo punto le idee geniali del regista risultano completamente sprecate, l'atmosfera favolistica dei fratelli Grimm appare posticcia, i personaggi non sembrano nemmeno appartenere più alla storia narrata e tutta la poesia nel ricondurre il finale con l'inizio del film non ci colpisce, ma ci lascia al contrario piuttosto aridi.
Peccato, un vero peccato per un film che nelle mani di Wright, con un tale cast, alcune delle idee più suggestive che possano venir tirate fuori in un action-spy movie, e una colonna sonora perfetta, poteva essere qualcosa. Qualcosa di meraviglioso, uno spiraglio di nuova luce per il cinema d'azione americano. Un nuovo 'Leon' terribilmente mancato.






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